/ Storm

Ricucio sul viso, risate d'altri tempi
annaspando in ricordi legati a multimedialità primitive
fatte di tasti e schermi,
non di carte e fruscii.

Eppure non smetto di stiracchiare il cuore
tra uno strappo e l'altro, del suo normale nome.
Ma ricucio anche esso,
con note di fantasia e pioggia acida.

Dimentico il colore della luce,
mentre mangio nuvole di buio
godendo silenziosamente dell'ingordigia del nero.

E questa mattina,
speravo in un altro scorcio
di autunno finto.

Di venti mannari
e pioggie foriere,
che tra maniche lunge e scarpe pesanti
mi dessero aria nuova da legarei ai capelli.

Altri gingilli da indossare,
oltre quello che la carne mi può dare;
nuovi stimoli di solitudine,
per anime inquiete prive di due.

E mentre ancora guardo questo sole bagnato,
sento il peso del dispari per eccellenza
di quella condizione così sbagliata
che non può che essere giusta.

E mentre scrivo, ancora due righe,
si annuvola l'anima dentro di me
si addensa la pioggia sulle mie labbra asciutte.

Pioverà l'anima mia
tra tuoni di dolore e lampi di gioia.