Gioie.
- martedì 23 marzo 2010
Come mi conosce un po' sa, quest'anno per la prima volta forse, ho visto Amici. Mi ci sono proprio appassionato e devo dire che l'ho seguito quasi con costanza nei serali e nelle puntate del sabato. Il motivo è legato alla presenza di alcune personalità, che senza molte sorprese sono quelle che hanno poi raggiunto la finale: Emma, Pierdavide Stefano, Loredana e Stefano.
Stasera c'è stata la semifinale, l'ho guardata, dividendo il mio schermo tra la finestrella dello streaming di canale 5 che si bloccava ogni tre secondi e Lot.
Non so nemmeno come scrivere; ho iniziato a piangere, quasi di disperazione. Ero così contento per loro, che venivano lodati da personalità illustri, su quel palco, sotto i riflettori. Il loro CD è nei negozi, hanno contratti con major o con compagnie di ballo internazionali. E sono partiti molti dal basso. Chi era un fruttivendolo di Napoli, che si pagava le lezioni di ballo con una settimana di lavoro estenuante per non pesare sulla famiglia. Chi ha avuto a modo suo le sue belle gatte da pelare nella sua vita fino a questo punto. Chi faceva il casellante, ma dentro aveva una delle anime più belle che la musica italiana forse abbia trovato da tempo a questa parte. E ho iniziato a piangere e ancora non riesco a smettere. E' come se volessi sbucciarmi l'anima, strappare i petali di fuori, rimanere privo di questo senso di oppressione e riprendere ad essere felice. Per un istante la mia empatia mi ha fatto sentire quasi l'emozione bella e profonda, immensa, senza limiti, senza condizioni che si prova sul palco, guardando quei ragazzi. Mi ricorda quando recitavo. Era come se tutto quello che c'era stato priam e che mi aspettava dopo era stato messo in Pausa. Ora toccava a quella realtà così bella, controllata e ordinata. Una realtà dove non potevo essere solo, perchè la gente mi guardava e dove non potevo essere triste. Dove le cose brutte non erano brute veramente e dove invece la gioia ti invadeva l'anima con una forza immensa, proprio perchè estemporanea. Estranea alla tua vita, propria del personaggio che invece hai vestito. E ci ho pensato. Ho pensato a quanto mi manca quella sensazione. Non tanto il teatro in sè, forse, ma la stessa sensazione. Gli applausi che ti cadono addosso come carezze inaspettate, i complimenti. Mi manca però, in maniera estenuante quella sensazione di gioia che ti fa sentire veramente sollevato nel cielo, una stella vibrante nel cuore del mondo. Qualcosa di profondamente puro, privo di dolore. E' tanto tanto tempo che non mi avvicino a nessuna sensazione simile. Al massimo sono contento perchè riesco a tenere ferme le cose.
Sempre guardando i ragazzi di Amici, poi, ho pensato quando ho visto uno dei loro CD, a come si sarebbero sentiti. E' vero che uno fa un CD anche senza fare amici, ma non per una casa importante e comunque non di questo spessore. Mi sono domandato quanto si fossero sentiti arrivati. Alla fine di un percorso. Sazi. Pronti a potersi godere questo momento da cavalcare con tutta la forza. Di quanto avessero sentito tutte le sofferenze e le difficoltà tornare indietro in gioia. E non ho potuto evitare di domandarmi, se riuscirò mai ad avvertire questa sensazione. Io non credo, non penso avverrà. Ma quella barriera tra il razionale e l'irrazionae, tende a franare nei confronti del possibile e spero accadano cose assurde, che mi spingono a sperare che anche a me succederà qualcosa, che mi cambi la vita. Non riesco nemmeno tanto a scrivere, mi sento veramente che potrò piangere tutta la notte. Ed ora che ho chiuso la scheda di canale 5 il silenzio è ricaduto su questa stanza e lo sento così pesante. Come una cappa enorme, che mi schiavviasse a terra. Si può dire, in realtà, che è come se la gravità fosse più pesante per me.
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Gioie.
martedì 23 marzo 2010 by Solodallamente
Come mi conosce un po' sa, quest'anno per la prima volta forse, ho visto Amici. Mi ci sono proprio appassionato e devo dire che l'ho seguito quasi con costanza nei serali e nelle puntate del sabato. Il motivo è legato alla presenza di alcune personalità, che senza molte sorprese sono quelle che hanno poi raggiunto la finale: Emma, Pierdavide Stefano, Loredana e Stefano.
Stasera c'è stata la semifinale, l'ho guardata, dividendo il mio schermo tra la finestrella dello streaming di canale 5 che si bloccava ogni tre secondi e Lot.
Non so nemmeno come scrivere; ho iniziato a piangere, quasi di disperazione. Ero così contento per loro, che venivano lodati da personalità illustri, su quel palco, sotto i riflettori. Il loro CD è nei negozi, hanno contratti con major o con compagnie di ballo internazionali. E sono partiti molti dal basso. Chi era un fruttivendolo di Napoli, che si pagava le lezioni di ballo con una settimana di lavoro estenuante per non pesare sulla famiglia. Chi ha avuto a modo suo le sue belle gatte da pelare nella sua vita fino a questo punto. Chi faceva il casellante, ma dentro aveva una delle anime più belle che la musica italiana forse abbia trovato da tempo a questa parte. E ho iniziato a piangere e ancora non riesco a smettere. E' come se volessi sbucciarmi l'anima, strappare i petali di fuori, rimanere privo di questo senso di oppressione e riprendere ad essere felice. Per un istante la mia empatia mi ha fatto sentire quasi l'emozione bella e profonda, immensa, senza limiti, senza condizioni che si prova sul palco, guardando quei ragazzi. Mi ricorda quando recitavo. Era come se tutto quello che c'era stato priam e che mi aspettava dopo era stato messo in Pausa. Ora toccava a quella realtà così bella, controllata e ordinata. Una realtà dove non potevo essere solo, perchè la gente mi guardava e dove non potevo essere triste. Dove le cose brutte non erano brute veramente e dove invece la gioia ti invadeva l'anima con una forza immensa, proprio perchè estemporanea. Estranea alla tua vita, propria del personaggio che invece hai vestito. E ci ho pensato. Ho pensato a quanto mi manca quella sensazione. Non tanto il teatro in sè, forse, ma la stessa sensazione. Gli applausi che ti cadono addosso come carezze inaspettate, i complimenti. Mi manca però, in maniera estenuante quella sensazione di gioia che ti fa sentire veramente sollevato nel cielo, una stella vibrante nel cuore del mondo. Qualcosa di profondamente puro, privo di dolore. E' tanto tanto tempo che non mi avvicino a nessuna sensazione simile. Al massimo sono contento perchè riesco a tenere ferme le cose.
Sempre guardando i ragazzi di Amici, poi, ho pensato quando ho visto uno dei loro CD, a come si sarebbero sentiti. E' vero che uno fa un CD anche senza fare amici, ma non per una casa importante e comunque non di questo spessore. Mi sono domandato quanto si fossero sentiti arrivati. Alla fine di un percorso. Sazi. Pronti a potersi godere questo momento da cavalcare con tutta la forza. Di quanto avessero sentito tutte le sofferenze e le difficoltà tornare indietro in gioia. E non ho potuto evitare di domandarmi, se riuscirò mai ad avvertire questa sensazione. Io non credo, non penso avverrà. Ma quella barriera tra il razionale e l'irrazionae, tende a franare nei confronti del possibile e spero accadano cose assurde, che mi spingono a sperare che anche a me succederà qualcosa, che mi cambi la vita. Non riesco nemmeno tanto a scrivere, mi sento veramente che potrò piangere tutta la notte. Ed ora che ho chiuso la scheda di canale 5 il silenzio è ricaduto su questa stanza e lo sento così pesante. Come una cappa enorme, che mi schiavviasse a terra. Si può dire, in realtà, che è come se la gravità fosse più pesante per me.
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