Riflessioni etimologiche false.




Non so chi mi disse tempo fa che la parola "amore" derivi dal greco alpha privativa + more= ovvero senza dolore. Ora visto che il greco non l'ho studiato, ho fatto una piccola googlata e naturalmente vedo che la cosa non è così. Amore, deriva dal latino, con un significato di desiderare, insito nella sua sfera semantica originale.
Questo spiega anche perchè abbiamo poi lo spagnolo "the quiero", ovvero ti desidero letteralemente.
Inglese e tedesco non fanno differenza: lufu, da cui poi è arrivata la parola love in inglese e liebe in tedesco, nonchè a questo punto lubov in russo, hanno la radice semantica sempre nel campo del desiderio.  Ovviamente qua cado nella speculazione bella e buona.

Eppure non è del tutto insensato se ci si pensa. Il concetto di desiderio, di possesso, spiega molto meglio ciò che è l'amore senza risultare perciò meno romantico. Ok, forse sembra un tantino più animale, ma mi pare veramente stupido credere che l'amore non sia uno degli istanti legati alla vita animale. Certo, negli esseri umani l'amore ha assunto ruoli diversi, probabilmente al giorno d'oggi addirittura ruoli aberranti, ma diciamo che fare un generalizzazione ci permette di dare uno sguardo d'insieme. 

Stavo sentendo "Let's get physical" coverata in Glee ( tanto per cambiare ) e mi è venuta necessaria questa idea sulle etimologie. Poi io ho sempre amato le etimologie, c'è poco da fare. Se usassimo le etimologie, potremmo parlare praticamente una specie di Esperanto a mio avviso. Certo lasceremmo una ambiguità semantica pressocchè illimitata, ma insomma, sebbene oggi abbiamo centuplicato la nostra quantità di lessemi, spesso non riusciamo a capirci proprio per niente.

Ok, il nonsense sta raggiungendo il picco.
Sono anche le tre e un quarto della notte e io devo proprio andare a dormire.


Non so, spero solo che domenica sia un minimo divertente. Non lo so, lo spero.
Chissà perchè oramai ho le vertigini in ogni istante della mia giornata, appena sono due secondi soli. Sarà che inizio a smettere di fidarmi delle altre creature e a vedere una sorta di divide tra me e il mondo sociale che si allarga, forse per la mia solita paura che il mio cielo si rovesci. Eppure, sono una persona credente. Dovrei avere fiducia. Eppure io credo che il mio difetto è principalmente quello di accettare tutto, in maniera non passiva ma matura.

Altro mio difetto, del quale dovevo parlare giorni fa è l'egocentrismo. Ma non nel senso negativo. Mi spiego meglio. Io ho sempre pensato spesso, mettendo me stesso al centro proprio del mio universo cognitivo, facendolo ruotare attorno a me. Tenendo il punto di vista sempre stabile. Questo però  associato alle mie idee pseudo-post-kantiane porta più che ad un beneficio sotto una spinta egoista, mi porta ad assumermi responsabilità, oneri e sensi di colpa in maniera superiore del normale. E sta volta parlo del campo affettivo-amoroso; mi dicono spesso che sono una persona stronza, cinica, che illude. Ma è davvero così? E se fosse la controparte del rapporto che in realtà altro non vuole che "mettermi nella collezione"? Che mi vuole solo per raccontarlo agli amici il giorno dopo? Che mi vuole per riempire un vuoto che altri non cercano o di cui non si interessano, mettendomì in una sorta di transfer. Insomma, forse dovrei darmi meno colpe se esco con qualcuno, avendo paura di lasciare chissà quale sorta di pensierio nel prossimo, che forse quei pensieri li ha già fatti su di me. Va che sentirsi "usati" è tanto di moda ultimamente.


Gute Nacht.

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Riflessioni etimologiche false.

venerdì 29 ottobre 2010




Non so chi mi disse tempo fa che la parola "amore" derivi dal greco alpha privativa + more= ovvero senza dolore. Ora visto che il greco non l'ho studiato, ho fatto una piccola googlata e naturalmente vedo che la cosa non è così. Amore, deriva dal latino, con un significato di desiderare, insito nella sua sfera semantica originale.
Questo spiega anche perchè abbiamo poi lo spagnolo "the quiero", ovvero ti desidero letteralemente.
Inglese e tedesco non fanno differenza: lufu, da cui poi è arrivata la parola love in inglese e liebe in tedesco, nonchè a questo punto lubov in russo, hanno la radice semantica sempre nel campo del desiderio.  Ovviamente qua cado nella speculazione bella e buona.

Eppure non è del tutto insensato se ci si pensa. Il concetto di desiderio, di possesso, spiega molto meglio ciò che è l'amore senza risultare perciò meno romantico. Ok, forse sembra un tantino più animale, ma mi pare veramente stupido credere che l'amore non sia uno degli istanti legati alla vita animale. Certo, negli esseri umani l'amore ha assunto ruoli diversi, probabilmente al giorno d'oggi addirittura ruoli aberranti, ma diciamo che fare un generalizzazione ci permette di dare uno sguardo d'insieme. 

Stavo sentendo "Let's get physical" coverata in Glee ( tanto per cambiare ) e mi è venuta necessaria questa idea sulle etimologie. Poi io ho sempre amato le etimologie, c'è poco da fare. Se usassimo le etimologie, potremmo parlare praticamente una specie di Esperanto a mio avviso. Certo lasceremmo una ambiguità semantica pressocchè illimitata, ma insomma, sebbene oggi abbiamo centuplicato la nostra quantità di lessemi, spesso non riusciamo a capirci proprio per niente.

Ok, il nonsense sta raggiungendo il picco.
Sono anche le tre e un quarto della notte e io devo proprio andare a dormire.


Non so, spero solo che domenica sia un minimo divertente. Non lo so, lo spero.
Chissà perchè oramai ho le vertigini in ogni istante della mia giornata, appena sono due secondi soli. Sarà che inizio a smettere di fidarmi delle altre creature e a vedere una sorta di divide tra me e il mondo sociale che si allarga, forse per la mia solita paura che il mio cielo si rovesci. Eppure, sono una persona credente. Dovrei avere fiducia. Eppure io credo che il mio difetto è principalmente quello di accettare tutto, in maniera non passiva ma matura.

Altro mio difetto, del quale dovevo parlare giorni fa è l'egocentrismo. Ma non nel senso negativo. Mi spiego meglio. Io ho sempre pensato spesso, mettendo me stesso al centro proprio del mio universo cognitivo, facendolo ruotare attorno a me. Tenendo il punto di vista sempre stabile. Questo però  associato alle mie idee pseudo-post-kantiane porta più che ad un beneficio sotto una spinta egoista, mi porta ad assumermi responsabilità, oneri e sensi di colpa in maniera superiore del normale. E sta volta parlo del campo affettivo-amoroso; mi dicono spesso che sono una persona stronza, cinica, che illude. Ma è davvero così? E se fosse la controparte del rapporto che in realtà altro non vuole che "mettermi nella collezione"? Che mi vuole solo per raccontarlo agli amici il giorno dopo? Che mi vuole per riempire un vuoto che altri non cercano o di cui non si interessano, mettendomì in una sorta di transfer. Insomma, forse dovrei darmi meno colpe se esco con qualcuno, avendo paura di lasciare chissà quale sorta di pensierio nel prossimo, che forse quei pensieri li ha già fatti su di me. Va che sentirsi "usati" è tanto di moda ultimamente.


Gute Nacht.

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