'cause in the daylight, I will have to go.


Queste sera a casa a volte mi lasciano proprio con tanti punti interrogativi, che mi girano intorno come zanzare.

Vedo lui, così stanco, sconfitto. Gli leggo negli occhi la voglia solo di fermarsi. A volte lo abbraccio, gli dico che ci sono. Lo vedo addormentarsi guardando la tv, mangiare biscotti di nascosto. Infondo è quello che ti sei voluto, penso. Penso che è ciò che ti sei guadagnato in questi anni, per il tuo carattere di merda, per la tua testardaggine. Ma non riesco a non volerti salvare. Infondo sei l'unico legame di lunga data che ho al mondo. Ti dico sempre che tanta parte del mio dolore è colpa tua, che la mia vita è quella che è perché hai fatto tanti errori, uno dopo l'altro, impenitente. E continui a farne. Eppure mi si stringe il cuore a vederti così. Non riesco ad essere arrabbiato come dovrei e, anzi, al solito mi sento chiamato a dover fare qualcosa per te.

E chiamo lei, ogni giorno. Ma non parliamo. Io infondo ho poco da dire, passo i miei giorni ammollato in una vasca da bagno a scrivere la tesi. Lei invece sta lì, la sento raccontarmi, parlarmi. Ma mi sembra sempre così lontana. Come se mi stesse scivolando tra le mani, come se lei si fosse accorta solo ora di non amarmi più come credeva. Infondo il confronto è quello che è, lo credo anche io. Ma tu mi manchi così tanto, credimi. A volte di notte mi metto ad ascoltare il silenzio, in cerca del tuo respiro quando dormi. Tocco le cose che mi parlano di te. Son sempre sull'orlo delle lacrime e vorrei sentirti vicina. Invece ti sento lontana. Più lontana della distanza Russia-Italia, ti sento lontana quanto una vita può esserlo dall'altra. E infondo, come avrò detto fino alla nausea, non so darti torot e a sperare il contrario, volere il contrario mi sento un verme.

Vorrei riuscire a ripagarvi entrambi. Questo vorrei.

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'cause in the daylight, I will have to go.

giovedì 21 giugno 2012


Queste sera a casa a volte mi lasciano proprio con tanti punti interrogativi, che mi girano intorno come zanzare.

Vedo lui, così stanco, sconfitto. Gli leggo negli occhi la voglia solo di fermarsi. A volte lo abbraccio, gli dico che ci sono. Lo vedo addormentarsi guardando la tv, mangiare biscotti di nascosto. Infondo è quello che ti sei voluto, penso. Penso che è ciò che ti sei guadagnato in questi anni, per il tuo carattere di merda, per la tua testardaggine. Ma non riesco a non volerti salvare. Infondo sei l'unico legame di lunga data che ho al mondo. Ti dico sempre che tanta parte del mio dolore è colpa tua, che la mia vita è quella che è perché hai fatto tanti errori, uno dopo l'altro, impenitente. E continui a farne. Eppure mi si stringe il cuore a vederti così. Non riesco ad essere arrabbiato come dovrei e, anzi, al solito mi sento chiamato a dover fare qualcosa per te.

E chiamo lei, ogni giorno. Ma non parliamo. Io infondo ho poco da dire, passo i miei giorni ammollato in una vasca da bagno a scrivere la tesi. Lei invece sta lì, la sento raccontarmi, parlarmi. Ma mi sembra sempre così lontana. Come se mi stesse scivolando tra le mani, come se lei si fosse accorta solo ora di non amarmi più come credeva. Infondo il confronto è quello che è, lo credo anche io. Ma tu mi manchi così tanto, credimi. A volte di notte mi metto ad ascoltare il silenzio, in cerca del tuo respiro quando dormi. Tocco le cose che mi parlano di te. Son sempre sull'orlo delle lacrime e vorrei sentirti vicina. Invece ti sento lontana. Più lontana della distanza Russia-Italia, ti sento lontana quanto una vita può esserlo dall'altra. E infondo, come avrò detto fino alla nausea, non so darti torot e a sperare il contrario, volere il contrario mi sento un verme.

Vorrei riuscire a ripagarvi entrambi. Questo vorrei.

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