Underneath.


Forse quando inizi a raschiare il fondo è un segnale positivo, perché ti rendi conto che si avvicina il momento in cui prenderai a salire. O, più realisticamente parlando sai che puoi abituarti a quel livello di degrado della tua vita, perché non sai che altro può andare male.
Ma siccome karma's a bitch, nemmeno tanto son tranquillo. In 21 anni di vita, se ci son cose che posso dire di aver imparato è che al peggio non c'è mai fine. La fiera dell'ovvio non è la mia specialità, ma in questo caso si tratta di storie vere.

Piangere per un video su facebook dove amici si scambiano un regalo di compleanno non è giusto. Piangere guardando le foto su Instagram di una coppia di fidanzati. Piangere guardandosi allo specchio non è giusto. Piangere parlando da soli nella propria casa deserta non è giusto.


Sì, la cosa che mi ha tolto tanto tempo questa settimana è stata piangere. Sul letto, sul pavimento del bagno, nella vasca, in cucina, contro il frigorifero, affacciato alla veranda, sul tappeto di camera mia e vicino all'armadio di mamma.

Sì, la risposta a tutto ciò sarebbe Lexotan per voi, e forse lo sarà anche per me. La rabbia che ho dentro, il dolore e la voglia di non stare così forse mi hanno fatto capire che qualche problema lo ho. All'inizio pensavo che ci fosse da avere paura, perché mi sentirei quantomai umiliato ad essere felice per chimica e non per la mia vita. Ma infondo, son caduto così in basso che a questo punto va bene così.

Non credevo che sarei mai arrivato a questo punto, ma infondo dopo aver resistito (più o meno) bene per 21 anni ho ceduto. Il peso che mi è stato messo addosso è semplicemente troppo. Il peso di una famiglia e delle singole vite dei componenti di questa famiglia è stato scaricato con una semplicità disarmante sulle mie spalle. E da allora corro a destra e sinsitra per mettere tappe e pezze dove riesco, per tenere le cose insieme, per fare andare tutto avanti. Della mia vita non mi sono curato e i risultati ora si vedono, senza scavare nemmeno troppo a fondo. Ma fosse solo quello il punto, avrei fatto da riunificatore familiare a tempo pieno. Ma non bastava, perché poi le singole frustrazioni e bisogni dei componenti di un nucleo familiare è diventato il mio compito, pagare gli sbagli non miei, scontare colpe non mie, essere umiliato per cose che non ho mai fatto è diventato il mio leitmotiv di questi ultimi anni.

E ho resistito. Ho sempre sorriso, portato avanti. Le persone che mi conoscono non immaginerebbero una virgola di tutto ciò, quindi direi che son stato bravissimo a resistere.  Ma ora credo di aver ceduto. Perdo il controllo contro gli altri e contro me stesso. Non trovo stimoli per vivere, niente del mio domani mi spinge a credere in me stesso e a vivere appieno. L'apatia mi schiaccia l'anima a terra, lasciandomi vuoto ed inerte. E piangere è l'unica soluzione che mi rimane. Piangere per non sanguinare.

3 volte dentro te.:

Anonimo ha detto...

Ci conosciamo, io sono nella stessa situazione, se non peggiore in quanto ho un padre che non mi ha mai dato affetto. Ti chiedo come fai ad andare avanti?

Solodallamente ha detto...

Non ti so rispondere. Sinceramente non so farlo. Mi viene in mente una frase di un film che non ho visto, ma che ho letto: "Io sono devo essere me stesso, qualcuno deve pure esserlo". Forse non era propriamente così, ma rende l'idea.

Anonimo ha detto...

Vorrei parlare un po' con te almeno ci consoleremmo a vicenda!

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Underneath.

lunedì 25 giugno 2012


Forse quando inizi a raschiare il fondo è un segnale positivo, perché ti rendi conto che si avvicina il momento in cui prenderai a salire. O, più realisticamente parlando sai che puoi abituarti a quel livello di degrado della tua vita, perché non sai che altro può andare male.
Ma siccome karma's a bitch, nemmeno tanto son tranquillo. In 21 anni di vita, se ci son cose che posso dire di aver imparato è che al peggio non c'è mai fine. La fiera dell'ovvio non è la mia specialità, ma in questo caso si tratta di storie vere.

Piangere per un video su facebook dove amici si scambiano un regalo di compleanno non è giusto. Piangere guardando le foto su Instagram di una coppia di fidanzati. Piangere guardandosi allo specchio non è giusto. Piangere parlando da soli nella propria casa deserta non è giusto.


Sì, la cosa che mi ha tolto tanto tempo questa settimana è stata piangere. Sul letto, sul pavimento del bagno, nella vasca, in cucina, contro il frigorifero, affacciato alla veranda, sul tappeto di camera mia e vicino all'armadio di mamma.

Sì, la risposta a tutto ciò sarebbe Lexotan per voi, e forse lo sarà anche per me. La rabbia che ho dentro, il dolore e la voglia di non stare così forse mi hanno fatto capire che qualche problema lo ho. All'inizio pensavo che ci fosse da avere paura, perché mi sentirei quantomai umiliato ad essere felice per chimica e non per la mia vita. Ma infondo, son caduto così in basso che a questo punto va bene così.

Non credevo che sarei mai arrivato a questo punto, ma infondo dopo aver resistito (più o meno) bene per 21 anni ho ceduto. Il peso che mi è stato messo addosso è semplicemente troppo. Il peso di una famiglia e delle singole vite dei componenti di questa famiglia è stato scaricato con una semplicità disarmante sulle mie spalle. E da allora corro a destra e sinsitra per mettere tappe e pezze dove riesco, per tenere le cose insieme, per fare andare tutto avanti. Della mia vita non mi sono curato e i risultati ora si vedono, senza scavare nemmeno troppo a fondo. Ma fosse solo quello il punto, avrei fatto da riunificatore familiare a tempo pieno. Ma non bastava, perché poi le singole frustrazioni e bisogni dei componenti di un nucleo familiare è diventato il mio compito, pagare gli sbagli non miei, scontare colpe non mie, essere umiliato per cose che non ho mai fatto è diventato il mio leitmotiv di questi ultimi anni.

E ho resistito. Ho sempre sorriso, portato avanti. Le persone che mi conoscono non immaginerebbero una virgola di tutto ciò, quindi direi che son stato bravissimo a resistere.  Ma ora credo di aver ceduto. Perdo il controllo contro gli altri e contro me stesso. Non trovo stimoli per vivere, niente del mio domani mi spinge a credere in me stesso e a vivere appieno. L'apatia mi schiaccia l'anima a terra, lasciandomi vuoto ed inerte. E piangere è l'unica soluzione che mi rimane. Piangere per non sanguinare.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ci conosciamo, io sono nella stessa situazione, se non peggiore in quanto ho un padre che non mi ha mai dato affetto. Ti chiedo come fai ad andare avanti?

Solodallamente ha detto...

Non ti so rispondere. Sinceramente non so farlo. Mi viene in mente una frase di un film che non ho visto, ma che ho letto: "Io sono devo essere me stesso, qualcuno deve pure esserlo". Forse non era propriamente così, ma rende l'idea.

Anonimo ha detto...

Vorrei parlare un po' con te almeno ci consoleremmo a vicenda!

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