201X

Quest'anno tra Natale e la fine dell'anno, sembra quasi fosse passato tutto come un giorno a cazzo qualsiasi. Non si son sentite le feste, sarà questo sarà quello. Oggi però sono qui, anzi, da ieri sera alle 2 sono qua a piangere a scoppio a voler fingere malattie esantematiche infettive per relegarmi a casa stasera e i prossimi 20 giorni e a cucinare, pulire e pensare a quanto in realtà io abbia da studiare.

Avevo pensato a tante cose da scrivere, ma mi sta venendo anche l'emicrania. Ho letto tanti buoni propositi. Se dovessi essere "Aldo", scriverei: "fare bene gli esami, trovare altri traguardi lavorativi, blabla". Ma se dovessi essere me stesso, forse, scriverei che questo 2013 vorrei dedicarmelo. Vorrei ritrovare me stesso, finalmente riscoprire pace dentro la mia anima e magari potermi dedicare a cose che ho tralasciato. Riprendere a recitare, a leggere. A uscire per il gusto di passeggiare e non per l'ansia di dover fare commissioni e servizi. Riscoprire un po' il piacere di essere felici e spensierati.

E quindi sono qui, nella mia dicotomica natura di sempre. Vorrei dirmi se vincero io o Aldo alla fine di questo 2012 per decretare a cosa mi dedicherò l'anno prossimo, cosa cercherò di fare meglio. Devo vestirmi, comprare cotechino e lenticchie però. Non ho il mio tempo, non posso stare qua a riflettere e fare i miei resoconti perché come al solito sono solo io. Avrei voluto che qualcuno dei tanti che sapevano di questa situazione avessero detto "Dai, vengo a farti compagnia io!", "Vuoi una mano a cucinare?", ma non è successo. Ci sono io, qualche chat aperta su facebook con scritte parole di accondiscendenza oppure generici ":)" e "ok" e la speranza che qualcuno colga gli appelli silenziosi che lancio su queste finestre virtuali del cazzo.

Ma non succederà. Ci sarò io, un cotechino da preparare e le lenticchie da bollire.
Alla fine dei conti, la risposta sul 2013 mi pare che si sia imposta da sola. Auguri a tutti, almeno a voi.