Dell'assasinio di un Sentimento.

Mi chiesi come avrei potuto fare una cosa simile.
In passato avrei lasciato che l'agonia lo uccidesse da solo, ma ora, stavo andando ad ucciderlo io stesso. Non mi rendevo conto di cosa stesse accadendo, tanto che mi guardai le mani, a un certo punto, pensando a con cosa l'avrei ucciso. Aprii la porta con lentezza, spingendo la maniglia, piano per non svegliarlo, sicuro che non stesse dormendo. Lo sentivo, piangere. Ed ecco la culla, pomposa come solo io potevo farne. Seta e Baldacchino, per un trionfo dell'apparire. M'avvicinai, studiandola. Era tanto che non la usavo. Ed ecco i suoni che temevo: un battito, poi un altro e così via e un pianto sommesso. M'affacciai alla culla, riluttante. Guardai e lo vidi, neonato. Si dibatteva già, il viso malinconico, che mi ricordava tanto i miei riflessi nei finestrini degli autobus, nelle notti d'autunno. Tirai un respiro profondo, ed annusai la sua paura, mista a quell'odore di cacao, latte e miele. Queste fragranze, furono qualcosa di insopportabile. Spinsero il dolore dentro di me, a farmi agire con la spregiudicatezza che non avevo mai avuto. Chiusi gli occhi, ma era superfluo. Le lacrime di sangue, già non mi facevano vedere niente. Sentii il corpicino caldo nella culla, scalciare dapprima, quando le mie mani, si strinsero attorno al suo collo. Lo sentii, con la sua forza vitale, da neonato. Ma non potevo perettergli di distruggermi. Strinsi ancora ancora. Mi morsi la lingua, per non urlare dal dolore, che sentivo dentro di me. Ad un certo punto, svenni. Anzi no, caddi solamente a terra, ma non ero svenuto propriamente. Mi rialzai e mi guardai allo specchio. Il viso paonazzo, era segnato attorno al collo, dal segno delle mie stesse mani. Sanguinavo dagli occhi, ma forse piangevo. Mi voltavo nella culla rossa che  batteva, ma vedevo il corpicino, che ancora s'affannava. Mi odiai con tutte le mie forze. Mi accasciai con la schiena contro i sostegni del baldacchino e mi lasci andare. Pronto alla rovina finale.

3 volte dentro te.:

Hakamiah ha detto...

ci si ammazza quas tutti i giorni.
di lavoro,dis tress,di amore,di banalità...ci sono modi infiniti per morire...hai deciso di sperimentarli tutti,debbo credere?

SoloDallaMente ha detto...

ohi, mon amour..

utente anonimo ha detto...

E commento anche qua con tua immensa gioia,ma dopo tutto me lo hai ordinato tu o.o
Tesoro uso il tuo stesso esempio del neonato, ogni tua frase è la soluzione al tuo dolore. Uccidere il tuo sentimento, il neonato, è uccidere te stesso. Questo infante può essere nato da un errore, può essere un elemento negativo della tua vita, ma vedi i bambini sono piccoli, sbagliano, ma se con pazienza li educhi a diventare qualcosa di migliore poi saranno la tua forza. Non uccidere, muta, evolvi, cresci. Non regredire a una condizione precedente, avanza a qualcosa di nuovo, di più. Anche le cicatrici servono arenderci migliori, bisogna solo salerle accettare. Cammina sempre avanti, e non prendere mai pause, hai ancora tanto da dare a te e a noi *-*

Syl

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Dell'assasinio di un Sentimento.

venerdì 14 novembre 2008

Mi chiesi come avrei potuto fare una cosa simile.
In passato avrei lasciato che l'agonia lo uccidesse da solo, ma ora, stavo andando ad ucciderlo io stesso. Non mi rendevo conto di cosa stesse accadendo, tanto che mi guardai le mani, a un certo punto, pensando a con cosa l'avrei ucciso. Aprii la porta con lentezza, spingendo la maniglia, piano per non svegliarlo, sicuro che non stesse dormendo. Lo sentivo, piangere. Ed ecco la culla, pomposa come solo io potevo farne. Seta e Baldacchino, per un trionfo dell'apparire. M'avvicinai, studiandola. Era tanto che non la usavo. Ed ecco i suoni che temevo: un battito, poi un altro e così via e un pianto sommesso. M'affacciai alla culla, riluttante. Guardai e lo vidi, neonato. Si dibatteva già, il viso malinconico, che mi ricordava tanto i miei riflessi nei finestrini degli autobus, nelle notti d'autunno. Tirai un respiro profondo, ed annusai la sua paura, mista a quell'odore di cacao, latte e miele. Queste fragranze, furono qualcosa di insopportabile. Spinsero il dolore dentro di me, a farmi agire con la spregiudicatezza che non avevo mai avuto. Chiusi gli occhi, ma era superfluo. Le lacrime di sangue, già non mi facevano vedere niente. Sentii il corpicino caldo nella culla, scalciare dapprima, quando le mie mani, si strinsero attorno al suo collo. Lo sentii, con la sua forza vitale, da neonato. Ma non potevo perettergli di distruggermi. Strinsi ancora ancora. Mi morsi la lingua, per non urlare dal dolore, che sentivo dentro di me. Ad un certo punto, svenni. Anzi no, caddi solamente a terra, ma non ero svenuto propriamente. Mi rialzai e mi guardai allo specchio. Il viso paonazzo, era segnato attorno al collo, dal segno delle mie stesse mani. Sanguinavo dagli occhi, ma forse piangevo. Mi voltavo nella culla rossa che  batteva, ma vedevo il corpicino, che ancora s'affannava. Mi odiai con tutte le mie forze. Mi accasciai con la schiena contro i sostegni del baldacchino e mi lasci andare. Pronto alla rovina finale.

3 commenti:

Hakamiah ha detto...

ci si ammazza quas tutti i giorni.
di lavoro,dis tress,di amore,di banalità...ci sono modi infiniti per morire...hai deciso di sperimentarli tutti,debbo credere?

SoloDallaMente ha detto...

ohi, mon amour..

utente anonimo ha detto...

E commento anche qua con tua immensa gioia,ma dopo tutto me lo hai ordinato tu o.o
Tesoro uso il tuo stesso esempio del neonato, ogni tua frase è la soluzione al tuo dolore. Uccidere il tuo sentimento, il neonato, è uccidere te stesso. Questo infante può essere nato da un errore, può essere un elemento negativo della tua vita, ma vedi i bambini sono piccoli, sbagliano, ma se con pazienza li educhi a diventare qualcosa di migliore poi saranno la tua forza. Non uccidere, muta, evolvi, cresci. Non regredire a una condizione precedente, avanza a qualcosa di nuovo, di più. Anche le cicatrici servono arenderci migliori, bisogna solo salerle accettare. Cammina sempre avanti, e non prendere mai pause, hai ancora tanto da dare a te e a noi *-*

Syl

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