Fullmon.
- giovedì 3 febbraio 2011
Sono quasi le quattro del mattino. La finestra è chiusa, ma i fantasmi si ostinano a far muovere le tende.
Vedo la Luna piena e la guardo affacciarsi sul corpo steso nudo sul letto.
Dormi, hai le labbra socchiuse. Le labbra piene che non mi stanco mai di baciare.
Ti ho coperto i piedi quando mi sono alzata dal letto. Mi ricordo quando per la prima volta mi dicesti che un gesto d'amore è anche coprire i piedi al proprio compagno mentre dorme. Mi hai sempre detto cose da clichè romantico. Come quando mi volevo convincere che dopo fatto l'amore, le persone non fanno come nei film e si rivestono. Le persone restano una dentro l'altra, godendosi il languore dei corpi. I piedi che si sfiorano e le gambe intrecciate.
E io ti dissi che tu quello anche era un cliché in effetti; mi rispondesti che se proprio dovevi essere un cliché preferivi quelli dove potevi avermi accanto nuda e fare l'amore con me.
Ed eccomi qua, non ho mai accettato questa tua volontà di rimanere nel letto assieme. Ho messo la vestaglia anche, proprio per farti arrabbiare. C'è lo specchietto che mi hai regalato sul muro. Vedo la mia figura. Le ossa e la poca carne. I capelli ora stanno tornando. Mi hai detto che sembro una ragazza di quelle che dicono di essere alternative. Beh sai che non ti ho per niente creduto e che preferisco avere i miei capelli lunghi che questo taglio; fortuna che i medici hanno detto che ho finito con la chemìo.
Sembro una ragazzina, ma non riesco a smettere di guardarti. Sono qua da mezz'ora almeno e nel vederti lì, penso a divinità colte nel sonno. La linea delle tue gambe, il suo sedere. La schiena larga, le spalle. Il solo che si intravede sulla colonna vertebrale. Le braccia e le mani, le dita e le unghia. E poi ti guardo, e non capisco cosa ti abbia tenuto con me. I capelli neri con quel taglio a spazzola, che nemmeno ti decidi a eliminare. Ci stai divinamente, ma oramai sei troppo adulto per quel tagli lì. Quando facciamo l'amore, te li scompiglio a posta. Mi ricordo quanto ti sei arrabbiato e mi hai lasciata a gambe aperte, andandoti a fare una doccia fredda. E poi la linea bella del naso e la fronte leggermente alta. Gli occhi grandi e verdi, che mi ricordano il pesto. Magari non è un paragone romantico, ma io adoro guardarli. Magari sono smeraldi al pesto. E poi le tue labbra piene. Mi alzerei e ti bacerei, ma ancora non me la sento. Ti guarderò un altro po', mentre a pancia sotto ti fai guardare dalla Luna piena.
La stanza è piena del profumo dei nostri corpi, del tuo odore e del mio deodorante. E io ti sento dentro di me. E sono geloso della Luna che ora ti accarezza la schiena e le gambe, passando per il sedere. Tu sei mio. E io non posso arrendermi a dire di essere tua. Ci ho provato, ma non ci riesco. Ma non riesco a dirtelo, sebbene io lo sia. Oramai stiamo insieme da molto. Mi hai anche corteggiata, che carino.
Io appena ti avevo visto, avevo perso proprio la testa sai? Però non te l'ho mai detto. Ho sempre pesnato che ci sarebbe stato tempo. Poi mi sono vista la malattia tirarmi via due anni di vita passata e probabilmente anche qualcuno in meno verso la fine della mia vita mi son giocata già. E mi pento delle volte che abbiamo litigato, dei "ti amo" che non ti ho mai detto. Delle volte che non son rimasta abbracciata a te quando facciamo l'amore. Delle volte che ti dico che non ti voglio più vedere. E dell'amore che non abbiamo fatto. Ma che faremo, oh se lo faremo.
Ed ora torno accanto a te. Poggio il naso sulla tue pelle addormentata e respiro forte. Tu dormi. Mi stendo accanto a te e apro un cassetto. Lì dove l'ho nascosto. Lo guardo, pensando che ti saresti arrabbiato. Che non avresti mai accettato che non sei tu a farmi la proposta.
Ma non posso attendere più. Magari torna e quella volta lo voglio mandare a fanculo. Invece delle chemìo mi mangio la fede. Ed eccole qua.
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Fullmon.
giovedì 3 febbraio 2011 by Solodallamente
Sono quasi le quattro del mattino. La finestra è chiusa, ma i fantasmi si ostinano a far muovere le tende.
Vedo la Luna piena e la guardo affacciarsi sul corpo steso nudo sul letto.
Dormi, hai le labbra socchiuse. Le labbra piene che non mi stanco mai di baciare.
Ti ho coperto i piedi quando mi sono alzata dal letto. Mi ricordo quando per la prima volta mi dicesti che un gesto d'amore è anche coprire i piedi al proprio compagno mentre dorme. Mi hai sempre detto cose da clichè romantico. Come quando mi volevo convincere che dopo fatto l'amore, le persone non fanno come nei film e si rivestono. Le persone restano una dentro l'altra, godendosi il languore dei corpi. I piedi che si sfiorano e le gambe intrecciate.
E io ti dissi che tu quello anche era un cliché in effetti; mi rispondesti che se proprio dovevi essere un cliché preferivi quelli dove potevi avermi accanto nuda e fare l'amore con me.
Ed eccomi qua, non ho mai accettato questa tua volontà di rimanere nel letto assieme. Ho messo la vestaglia anche, proprio per farti arrabbiare. C'è lo specchietto che mi hai regalato sul muro. Vedo la mia figura. Le ossa e la poca carne. I capelli ora stanno tornando. Mi hai detto che sembro una ragazza di quelle che dicono di essere alternative. Beh sai che non ti ho per niente creduto e che preferisco avere i miei capelli lunghi che questo taglio; fortuna che i medici hanno detto che ho finito con la chemìo.
Sembro una ragazzina, ma non riesco a smettere di guardarti. Sono qua da mezz'ora almeno e nel vederti lì, penso a divinità colte nel sonno. La linea delle tue gambe, il suo sedere. La schiena larga, le spalle. Il solo che si intravede sulla colonna vertebrale. Le braccia e le mani, le dita e le unghia. E poi ti guardo, e non capisco cosa ti abbia tenuto con me. I capelli neri con quel taglio a spazzola, che nemmeno ti decidi a eliminare. Ci stai divinamente, ma oramai sei troppo adulto per quel tagli lì. Quando facciamo l'amore, te li scompiglio a posta. Mi ricordo quanto ti sei arrabbiato e mi hai lasciata a gambe aperte, andandoti a fare una doccia fredda. E poi la linea bella del naso e la fronte leggermente alta. Gli occhi grandi e verdi, che mi ricordano il pesto. Magari non è un paragone romantico, ma io adoro guardarli. Magari sono smeraldi al pesto. E poi le tue labbra piene. Mi alzerei e ti bacerei, ma ancora non me la sento. Ti guarderò un altro po', mentre a pancia sotto ti fai guardare dalla Luna piena.
La stanza è piena del profumo dei nostri corpi, del tuo odore e del mio deodorante. E io ti sento dentro di me. E sono geloso della Luna che ora ti accarezza la schiena e le gambe, passando per il sedere. Tu sei mio. E io non posso arrendermi a dire di essere tua. Ci ho provato, ma non ci riesco. Ma non riesco a dirtelo, sebbene io lo sia. Oramai stiamo insieme da molto. Mi hai anche corteggiata, che carino.
Io appena ti avevo visto, avevo perso proprio la testa sai? Però non te l'ho mai detto. Ho sempre pesnato che ci sarebbe stato tempo. Poi mi sono vista la malattia tirarmi via due anni di vita passata e probabilmente anche qualcuno in meno verso la fine della mia vita mi son giocata già. E mi pento delle volte che abbiamo litigato, dei "ti amo" che non ti ho mai detto. Delle volte che non son rimasta abbracciata a te quando facciamo l'amore. Delle volte che ti dico che non ti voglio più vedere. E dell'amore che non abbiamo fatto. Ma che faremo, oh se lo faremo.
Ed ora torno accanto a te. Poggio il naso sulla tue pelle addormentata e respiro forte. Tu dormi. Mi stendo accanto a te e apro un cassetto. Lì dove l'ho nascosto. Lo guardo, pensando che ti saresti arrabbiato. Che non avresti mai accettato che non sei tu a farmi la proposta.
Ma non posso attendere più. Magari torna e quella volta lo voglio mandare a fanculo. Invece delle chemìo mi mangio la fede. Ed eccole qua.
2 commenti:
- FrozenFear ha detto...
-
domenica, 20 febbraio, 2011
-
A Sailor Mon non piace questo elemento.
- SoloDallaMente ha detto...
-
domenica, 20 febbraio, 2011
-
dislessia portami via <.<
correggo u.u
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2 volte dentro te.:
A Sailor Mon non piace questo elemento.
dislessia portami via <.<
correggo u.u
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