Rolling into deep.


Non parlarmi come se mi facessi un favore, te ne prego. Non farti sentire distante. All'improvviso mi sto lasciando trascinare e all'improvviso non riesco nemmeno a capire come fare. Ieri mi sorridevano le pietre e oggi piangeva l'erba. Il ritorno a casa è sempre preannunciato da un sapore dolcissimo, per rendere l'amaro più acre e le lacrime più taglienti. E' incredibile quanto poco io sia attaccato ai soldi, ma quanto questi siano praticamente l'unica cosa che dovrei cercare ora come ora. Tra sogni che sfiori con le dita e realtà che ti cadono in testa, non capisco qual è la dimensione a cui volare. Nel frattempo striscio. Striscio quando mi baci con quelle labbra che mi ricordano una carezza. E la tua risata. E la mia paranoia, l'estate maledetta e questi esami. La concentrazione che manca e la voglia di avere qualcosa di bello.  I presentimenti sono tutto per me, oramai. Essere empatici è tremendamente brutto. Leggere nel pensiero non è poi a big deal: leggere nei cuori è brutto. E' come se sentissi una specie di barriera, qualcosa, che ti dice cosa sente l'altra persona vicino a te. E' fastidioso, sentire le porte chiuse. Troppe porte chiuse. Sentirsi fuori dal gruppo e avvertire tangibile quella sensazione, come uno schermo. Poi è anche vero che sono troppo intelligente per non collegare ciò che dice l'empatia con quello che è deducibile. E sono anche paranoico, quindi accelero le mie sinapsi. E ora avrei bisogno di una bussola, non solo di Canova. Qual è la direzione, chi mi ci guiderà se non dovessi più vedere? La vista è un bene prezioso. Il sonno è la benedizione dei cuori afflitti, dei peccatori seriali e di chi non è sincero mai.

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Rolling into deep.

giovedì 2 giugno 2011


Non parlarmi come se mi facessi un favore, te ne prego. Non farti sentire distante. All'improvviso mi sto lasciando trascinare e all'improvviso non riesco nemmeno a capire come fare. Ieri mi sorridevano le pietre e oggi piangeva l'erba. Il ritorno a casa è sempre preannunciato da un sapore dolcissimo, per rendere l'amaro più acre e le lacrime più taglienti. E' incredibile quanto poco io sia attaccato ai soldi, ma quanto questi siano praticamente l'unica cosa che dovrei cercare ora come ora. Tra sogni che sfiori con le dita e realtà che ti cadono in testa, non capisco qual è la dimensione a cui volare. Nel frattempo striscio. Striscio quando mi baci con quelle labbra che mi ricordano una carezza. E la tua risata. E la mia paranoia, l'estate maledetta e questi esami. La concentrazione che manca e la voglia di avere qualcosa di bello.  I presentimenti sono tutto per me, oramai. Essere empatici è tremendamente brutto. Leggere nel pensiero non è poi a big deal: leggere nei cuori è brutto. E' come se sentissi una specie di barriera, qualcosa, che ti dice cosa sente l'altra persona vicino a te. E' fastidioso, sentire le porte chiuse. Troppe porte chiuse. Sentirsi fuori dal gruppo e avvertire tangibile quella sensazione, come uno schermo. Poi è anche vero che sono troppo intelligente per non collegare ciò che dice l'empatia con quello che è deducibile. E sono anche paranoico, quindi accelero le mie sinapsi. E ora avrei bisogno di una bussola, non solo di Canova. Qual è la direzione, chi mi ci guiderà se non dovessi più vedere? La vista è un bene prezioso. Il sonno è la benedizione dei cuori afflitti, dei peccatori seriali e di chi non è sincero mai.

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