Destination Darkness.


Manca meno di un mese alla fine di questo internship. Tra alti e bassi, nuove speranze e nuove frustrazioni, diciamo che si concluderanno tre dei mesi più interessanti della mia vita. Tante prospettive, tante esperienze che mi sarei sognato di  vivere.

L'amaro in bocca è forte, per tante ragioni che non lascerò qui. La più banale è che un lavoro come questo, il lavoro che farei per tutta la vita, lo hai assaggiato, vissuto, fatto tuo e poi lo hai perso. Sai che non lo farai, forse non lo farai mai. Uno dei miei colleghi intern tra poco va via e la cosa ieri mi ha messo molta tristezza. Per la sua partezza, certo, perché è un ragazzo d'oro e in poco è diventato un "amico" molto più di quanto lo sono le persone che vedo ogni giorno. Ma soprattutto è la voglia di seguirlo, di lasciare questo oggi, di riprendere in mano i miei sogni negli Stati Uniti. Qualche progetto, una variante più snella del partire e andare via, tasto il territorio per realizzarla. Sono il solito sognatore? Probabile.

L'Università non mi basta, non voglio fare due anni di vita da studente. E la cosa mi allarma, perché ho un mese per trovare qualcos'altro per riempire la mia voglia di vivere, per pulire la mia coscienza ed assolvermi. Infondo è sempre quello il nocciolo, per come la vogliamo girare. Intanto vedo tutti intorno a me che trovano direzioni, chi un modo e chi in un altro. Questa fine dell'anno sarà a tinte fosche, per quanto l'abbia aspettata in un certo senso. Vedo tutti che vanno avanti e io che rimango indietro. Forse è una questione di pessimismo che mi ha preso, sicuramente ci sto romanzando sopra con la mente, ma è anche vero che le condizioni essenziali mie son peggiorate.

Chi semina, raccoglie e Chi semina vento raccoglie tempesta dicono. Non so quanto riuscirò a crederci a giudicare dalle cose.

Ps. G., non mi sto lamentando, si chiama sfogarsi.

1 volte dentro te.:

Unknown ha detto...

Ti stai lamentando sfogandoti.
Ti stai sfogando lamentandoti.
<3

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Destination Darkness.

giovedì 22 novembre 2012


Manca meno di un mese alla fine di questo internship. Tra alti e bassi, nuove speranze e nuove frustrazioni, diciamo che si concluderanno tre dei mesi più interessanti della mia vita. Tante prospettive, tante esperienze che mi sarei sognato di  vivere.

L'amaro in bocca è forte, per tante ragioni che non lascerò qui. La più banale è che un lavoro come questo, il lavoro che farei per tutta la vita, lo hai assaggiato, vissuto, fatto tuo e poi lo hai perso. Sai che non lo farai, forse non lo farai mai. Uno dei miei colleghi intern tra poco va via e la cosa ieri mi ha messo molta tristezza. Per la sua partezza, certo, perché è un ragazzo d'oro e in poco è diventato un "amico" molto più di quanto lo sono le persone che vedo ogni giorno. Ma soprattutto è la voglia di seguirlo, di lasciare questo oggi, di riprendere in mano i miei sogni negli Stati Uniti. Qualche progetto, una variante più snella del partire e andare via, tasto il territorio per realizzarla. Sono il solito sognatore? Probabile.

L'Università non mi basta, non voglio fare due anni di vita da studente. E la cosa mi allarma, perché ho un mese per trovare qualcos'altro per riempire la mia voglia di vivere, per pulire la mia coscienza ed assolvermi. Infondo è sempre quello il nocciolo, per come la vogliamo girare. Intanto vedo tutti intorno a me che trovano direzioni, chi un modo e chi in un altro. Questa fine dell'anno sarà a tinte fosche, per quanto l'abbia aspettata in un certo senso. Vedo tutti che vanno avanti e io che rimango indietro. Forse è una questione di pessimismo che mi ha preso, sicuramente ci sto romanzando sopra con la mente, ma è anche vero che le condizioni essenziali mie son peggiorate.

Chi semina, raccoglie e Chi semina vento raccoglie tempesta dicono. Non so quanto riuscirò a crederci a giudicare dalle cose.

Ps. G., non mi sto lamentando, si chiama sfogarsi.

1 commenti:

Unknown ha detto...

Ti stai lamentando sfogandoti.
Ti stai sfogando lamentandoti.
<3

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